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{{nota disambigua}}
{{Carica pubblica
|nome = Cesare Battisti
|immagine = Cesare Battisti, Milano, 1915 (portrait).jpg
|didascalia = Cesare Battisti a [[Milano]] nel 1915
|carica = [[Abgeordnetenhaus (Austria)|Deputato dell'Impero Austriaco]]
|mandatoinizio = 17 luglio [[1911]]
|mandatofine = 12 luglio [[1916]]
|mandato =
|capo di stato =
|presidente =
|vicepresidente =
|primoministro =
|viceprimoministro =
|vice =
|predecessore =
|successore =
|legislatura = [[XXII Sessione del Reichsrat|XII]]
|gruppo parlamentare = [[Partito operaio socialista in Austria|Socialista italiano]]
|coalizione =
|circoscrizione =
|collegio = [[Distretto elettorale 6 del Tirolo|Tirolo 6-Trento]]
|prefisso onorifico =
|suffisso onorifico =
|sito = https://www.parlament.gv.at/WWER/PARL/J1848/Battisti.shtml
|carica2 = [[Landtag del Tirolo|Deputato regionale del Tirolo]]
|mandatoinizio2 = 25 maggio [[1914]]
|mandatofine2 = 12 luglio [[1916]]
|gruppo parlamentare2 = [[Politico|Politici]]
|legislatura2 = XI
|partito = [[Partito Socialdemocratico d'Austria|Partito Socialdemocratico dei Lavoratori d'Austria]]<br />[[Partito Socialista Italiano]]
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione = [[Giornalista]], [[geografo]], [[politico]]
|firma =
}}
{{militare
|Nome = Cesare Battisti
|Immagine = Cesare-Battisti-guerra.JPG
|Didascalia = Cesare Battisti sulla forcella del Montozzo con l'uniforme degli [[Alpini]] nel 1915
|Soprannome =
|Data_di_nascita = 4 febbraio [[1875]]
|Nato_a = [[Trento]]
|Data_di_morte = 12 luglio [[1916]]
|Morto_a = [[Trento]]
|Cause_della_morte = [[impiccagione]]
|Luogo_di_sepoltura = [[Mausoleo di Cesare Battisti]], Trento
|Etnia = <!-- solo se enciclopedica -->
|Religione =
|Nazione_servita = {{bandiera|ITA 1861-1946|dim=21}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|Forza_armata = {{simbolo|Flag of Italy (1860).svg|21}} [[Regio Esercito]]
|Arma = [[Fanteria]]
|Corpo = [[Alpini]]
|Specialità =
|Unità =
|Reparto = [[6º Reggimento alpini]]
|Anni_di_servizio = [[1915]] - [[1916]]
|Grado = [[Tenente]]
|Ferite =
|Comandanti = [[Luigi Cadorna]]
|Guerre = [[Prima guerra mondiale]]
|Campagne =
|Battaglie =
|Comandante_di =
|Decorazioni = [[Medaglia d'oro al valor militare]]
|Studi_militari =
|Pubblicazioni =
|Frase_celebre =
|Altro_lavoro = geografo, giornalista, politico
|Altro_campo =
|Altro =
|Note =
|Ref =
}}
{{Bio
|Nome = Cesare
|Cognome = Battisti
|Sesso = M
|LuogoNascita = Trento
|GiornoMeseNascita = 4 febbraio
|AnnoNascita = 1875
|LuogoMorte = Trento
|GiornoMeseMorte = 12 luglio
|AnnoMorte = 1916
|Epoca = 1900
|Attività = patriota
|Attività2 = giornalista
|AttivitàAltre = , [[Geografia#Geografo|geografo]], [[politico]] [[Socialismo|socialista]] e [[Irredentismo|irredentista]]
|Nazionalità = italiano
}}
Nacque il 4 febbraio 1875 a Trento nell'[[Provincia autonoma di Trento|omonima provincia]] dell'[[Impero austro-ungarico]] (nell'allora [[Cisleitania]], denominazione non ufficiale della parte occidentale austriaca), e fu [[deputato]] al [[Reichsrat (Austria)|Parlamento di Vienna]], dove si batté per ottenere l'[[Autonomia (politica)|autonomia]] amministrativa del [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]] e la nascita di un'università italiana a [[Trieste]], passando attraverso l'obiettivo intermedio della trasformazione dell'[[Università di Innsbruck]] da [[Lingua tedesca|tedesca]] a [[Bilinguismo|bilingue]].<ref>{{cita | Gatterer 1994 | p. 189}}.</ref><ref name=GaetanoArfé>{{cita|Gaetano Arfé}}.</ref>
Fu, con [[Alcide De Gasperi]], la personalità politica di maggior rilievo a Trento negli anni che antecedettero la [[prima guerra mondiale]], ma su posizioni per molti aspetti fortemente divergenti.<ref name=Biguzzi>{{Cita|Biguzzi su Radio Radicale}}.</ref>
Direttore di giornali socialisti nella città natale, quando scoppiò il conflitto nel 1914 iniziò a sostenere, nelle conferenze in molte città italiane, la necessità dell'ingresso in guerra del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] contro gli [[Imperi centrali]], schierandosi su posizioni simili a quelle di [[Gaetano Salvemini]] e [[Leonida Bissolati]].
Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 si arruolò volontario nel [[Regio Esercito]] entrando nel [[Alpini|Corpo degli Alpini]]. Venne catturato da [[k.k. Landesschützen|truppe da montagna]] della [[kaiserlich-königliche Landwehr|Milizia imperiale austriaca]], portato prigioniero a [[Trento]], processato e giustiziato per alto tradimento nella fossa del [[castello del Buonconsiglio]].
Con [[Guglielmo Oberdan]], [[Damiano Chiesa]], [[Fabio Filzi]], [[Francesco Rismondo]] e [[Nazario Sauro]] è considerato tra le più importanti figure dell'[[Irredentismo italiano#Irredentismo risorgimentale|irredentismo risorgimentale italiano]] ed [[eroe nazionale]].
== Biografia ==
=== Formazione e periodo universitario ===
[[File:Società degli studenti trentini Battisti, Lorenzoni, Sartori, Piscel, de Bertolini, Zucali (1895).jpg|thumb|Fondatori della Società degli studenti trentini nel 1895. Da sinistra, in piedi: Cesare Battisti, [[Giovanni Lorenzoni]]; seduti: Gino Sartori, [[Antonio Piscel]], Adolfo de Bertolini; a terra: Iginio Zucal.]]
[[File:05 Liceo Giovanni Prati di Trento.jpg|thumb|Targa che ricorda gli ex studenti caduti posta nell'atrio del [[liceo classico Giovanni Prati]] a Trento che Battisti frequentò quando ancora era l'Imperial Regio Liceo superiore di Trento.]]
[[File:Cesare Battisti 1897.jpg|thumb|Cesare Battisti quando era studente all'Istituto di Studi Superiori di Firenze nel 1897.]]
Cesare Luigi Giuseppe Maria Battisti nacque a [[Trento]]<ref>Dal registro delle nascite della parrocchia di Trento - S. Maria Maggiore, accessibile sul portale online [https://www.natitrentino.mondotrentino.net/ Nati in Trentino].</ref> quando questa faceva parte dell'[[Impero austro-ungarico]], ultimo di otto fratelli, in una famiglia borghese. Il padre Cesare era un commerciante del capoluogo e la madre, Maria Teresa de Fogolari-Toldo,<ref>{{Cita web|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cesare_Battisti.JPG|titolo=In questa casa il 16 aprile 1832 nacque Maria Teresa de Fogolari-Toldo avventurata madre di Cesare Battisti|sito=commons.wikimedia.org|accesso=15 luglio 2020}}</ref> era nata a [[Rovereto]].<ref name=GaetanoArfé/>
Nel 1890, poco dopo la morte del padre, si iscrisse all'''Imperial Regio Ginnasio'' a Trento (poi [[liceo classico Giovanni Prati]]) e iniziò ad interessarsi della vita cittadina pubblicando clandestinamente un piccolo giornale scolastico scritto con i compagni di ginnasio, nell'anno 1891-92. Questo viene ritenuto un'importante documentazione sul periodo della sua formazione.<ref>{{cita|Fabrizio Rasera - Questotrentino}}.</ref>
Tre anni dopo, per assecondare la madre, si spostò a [[Graz]] per frequentare le lezioni della [[Università di Graz|locale Università]] alla Facoltà di Giurisprudenza<ref name=GaetanoArfé/>, dove si legò a un gruppo di studenti, tra cui il socialista roveretano [[Antonio Piscel]], col quale conservò a lungo legami di amicizia.<ref>{{cita web|url=https://www.cultura.trentino.it/archivistorici/soggettiproduttori/1486953|titolo=Piscel, Antonio, Rovereto, 1871 marzo 4 - Serrada di Folgaria, 1947 settembre 20|editore=Archivi storici del Trentino|sito=cultura.trentino.it|citazione=Nel 1895 è tra i fondatori del Partito socialista trentino, di cui sarà, con Cesare Battisti, la principale guida fino allo scoppio della guerra nel 1914|accesso=16 luglio 2020}}</ref><ref>{{cita web|titolo=Antonio Piscel|url=http://www.agiati.org/ara_abbonamenti.jsp?ID_LINK=113111&area=195&id_context=322863|accesso=24 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160921021033/http://www.agiati.org/ara_abbonamenti.jsp?ID_LINK=113111&area=195&id_context=322863|urlmorto=sì}}</ref> Con questi fondò nel 1894 un'associazione di stampo socialista, la «Società degli studenti trentini», che si interessò anche della questione femminile.<ref>{{Cita web|url=https://www.worldcat.org/title/questione-della-donna-terza-conferenza-popolare-tenuta-per-iniziativa-della-societa-degli-studenti-trentini-il-di-20-agosto-1899-nella-sala-del-palazzo-della-pubblica-istruzione-in-rovereto/oclc/797042655|titolo=La questione della donna: terza conferenza popolare tenuta per iniziativa della Società degli studenti trentini il dì 20 agosto 1899 nella Sala del Palazzo della pubblica istruzione in Rovereto|sito=worldcat.org|accesso=18 luglio 2020}}</ref>
Nel periodo compreso tra 1893 e 1897 frequentò non solo l'ateneo di Graz ma anche quello di Vienna<ref>{{Cita|UltimaFotografia|dal minuto 7 circa}}.</ref> e si iscrisse all'[[istituto di Studi Superiori di Firenze]] dove si laureò con una tesi dal titolo ''Il Trentino: saggio di geografia fisica e di antropogeografia'', pubblicata nel 1898.<ref>{{Cita|saggio di geografia}}.</ref> Quello fu il primo tra i molti lavori scientifici che avrebbe pubblicato.<ref>{{Cita|UltimaFotografia|dal minuto 7.40 circa}}.</ref>
Poi proseguì gli studi umanistici a [[Torino]], città in cui il fermento socialista stava muovendo i primi passi. Tra i protagonisti di questa stagione socialista torinese figurò anche [[Edmondo De Amicis]], militante sin dal 1890.
Nel maggio del 1895 Battisti si trovava a Graz dove venne processato per contravvenzione alla legge sulle Associazioni. Chiusa definitivamente la parentesi austriaca, tornò a Firenze per frequentare il terzo anno all'Università.
=== Interessi politici e culturali ===
Nello stesso periodo conobbe [[Ernesta Bittanti Battisti|Ernesta Bittanti]], sua futura moglie, e lo storico e meridionalista [[Gaetano Salvemini]]. Nel 1895 fondò assieme ad [[Antonio Piscel]] la ''Rivista Popolare Trentina'', sequestrata già mentre ne veniva stampato il primo numero. Nello stesso anno, con la collaborazione dell'amico e tipografo friulano Antonio Gerin, Battisti e Piscel pubblicarono il primo giornale socialista trentino, ''L'Avvenire del Lavoratore''<ref>{{Cita web|url=http://san.beniculturali.it/web/san/dettaglio-soggetto-produttore?id=93839|titolo=Piscel, Antonio, Rovereto, 1871 marzo 4 - Serrada di Folgaria, 1947 settembre 20|sito=san.beniculturali.it|accesso=12 ottobre 2020}}</ref>, che a causa di difficoltà finanziarie cessò di essere pubblicato l'anno successivo. La pubblicazione, secondo Gerin, doveva diventare un giornale politico ufficiale socialista, e non solo di propaganda socialista, perché in quel momento in Austria non c'era nessun giornale italiano democratico.<ref>{{cita|Mirko Saltori|pp. 168,193}}.</ref>
Col già citato Piscel e con [[Augusto Avancini]] fu tra i fondatori del socialismo in Trentino nel quale tentò di far convivere nel progetto politico sia l'idealismo del socialismo sovranazionale sia il bisogno di difendere la posizione italiana all'interno dell'impero. Attorno al 1896 alcuni rappresentanti del partito vennero eletti nei consigli comunali di Rovereto e di Trento inoltre nacque grazie a Battisti, sempre in quel momento, la [[Camere del Lavoro|Camera del Lavoro]] di Trento.<ref>{{cita|Lia De Finis|p. 239}}.</ref>
Grazie all'incontro con il geografo friulano [[Giovanni Marinelli (geografo)|Giovanni Marinelli]], in quel periodo professore nell'ateneo fiorentino, si appassionò alla geografia. Conseguì la laurea a pieni voti nel 1897 con la tesi dal titolo ''Contributo alla geografia fisica e all'antropogeografia del Trentino'' che verrà pubblicata l'anno seguente dall'editore Zippel di [[Trento]] con il titolo ''Il Trentino. Saggio di geografia fisica e di antropogeografia''.
Seguendo le orme dello zio materno, don Luigi Fogolari (condannato a morte dall'[[Austria]] per cospirazione e poi [[grazia (diritto)|graziato]]), abbracciò presto gli ideali [[Patriottismo|patriottici]] dell'[[Irredentismo italiano#Irredentismo risorgimentale|irredentismo risorgimentale italiano]].
Dopo gli studi universitari si occupò di studi geografici e naturalistici e nel 1898 divenne segretario del terzo Congresso geografico italiano tenutosi a Firenze. Nello stesso anno conobbe il geologo [[Giovanni Battista Trener]] e assieme a lui fondò la rivista scientifica ''Tridentum''. [[Roberto Almagià]], alcuni anni dopo, lo definì ''"geografo del Trentino"'' riconoscendogli in tal modo autorevolezza in quel campo specifico della ricerca.<ref>{{Cita web|url=https://www.cultura.trentino.it/archivistorici/soggettiproduttori/537738;jsessionid=5CDC75063D601F514E171C1A8E927450|titolo=Menestrina, Francesco, Trento, 1872 marzo 28 - Novaline di Mattarello, 1961 aprile 11|sito=cultura.trentino.it|citazione=Nel 1898, alla nascita della rivista di studi "Tridentum" diretta da Giovanni Battista Trener e Cesare Battisti, ne diviene, come altri studenti ed ex studenti, assiduo collaboratore|accesso=18 luglio 2020}}</ref><ref>{{cita|Matteo Marconi|p. 46}}.</ref>
La rivista, che fu pubblicata per circa 15 anni, permette di approfondire il vasto campo di interessi di Battisti e le sue aperture a vari temi come ad esempio storia naturale, geografia, geologia, medicina e archeologia. Inoltre le collaborazioni alla rivista riguardarono personalità di primo piano della cultura anche liberale e cattolica, come [[Desiderio Reich]], [[Lamberto Cesarini Sforza]], Francesco Menestrina, [[Scipio Sighele]], Bruno Emmert e vari altri.<ref>{{Cita web|url=http://www.museocivico.rovereto.tn.it/UploadDocs/12463_art13_romagnani.pdf|titolo=La storiografia roveretano-trentina tra localismo e nazionalismo|autore=Gian Paolo Romagnani|sito=museocivico.rovereto.tn.it|formato=pdf|accesso=22 luglio 2020}}</ref>
Pubblicò inoltre alcune apprezzate ''Guide'' di [[Trento]] e di altri centri della regione oltre al volume ''[[Il Trentino (libro)|Il Trentino]]''.
=== Impegno politico ===
Battisti abbandonò ben presto l'idea di intraprendere la professione di insegnante a causa delle difficoltà per il riconoscimento delle lauree italiane in Austria. Inoltre si stava diffondendo un sentimento di pangermanismo che rendeva difficile ottenere le cattedre italiane istituite presso l'[[Università di Innsbruck]] e Battisti decise così di rilevare una vecchia e piccola tipografia trentina, la Küpper-Fronza, che divenne nel 1901 la [[Società Tipografica Editrice Trentina]] (STET). Nel 1900 fondò il giornale socialista ''Il Popolo'' e quindi il settimanale illustrato ''Vita Trentina'', entrambi stampati dalla sua nuova casa editrice assieme a molte altre opere geografiche e sociologiche. Alla redazione de ''Il Popolo'' Battisti volle con sé [[Lajos Domokos]], giovane socialista triestino, già caporedattore de ''[[Il Lavoratore]]'' di Trieste.<ref>{{cita|Andreucci, Detti|pp. 239-241}}.</ref>
Desiderando impegnarsi politicamente per la causa trentina e farla conoscere e sostenere all'interno dello [[Impero austro-ungarico|Stato]], nel 1911 ottenne l'elezione a deputato del [[Reichsrat (Austria)|Reichsrat]], il parlamento di [[Vienna]], per il Collegio di Trento città («Tirolo 6»).<ref>{{cita|Gatterer 2008|pp. ...}}</ref> Nel 1914 entrò anche nella [[Dieta di Innsbruck]], l'ultima tappa della sua attività in Austria. Nel 1899 sposò [[Ernesta Bittanti Battisti|Ernesta Bittanti]], dalla quale in seguito ebbe tre figli: [[Gigino Battisti|Luigi]] (1901-1946), Livia (1907-1978) e Camillo (1910-1982).<ref>{{Cita web|url=http://www.museostorico.tn.it/bib_arch/fondi_archivi.htm|titolo=Fondi archivi|accesso=4 aprile 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090131225416/http://www.museostorico.tn.it/bib_arch/fondi_archivi.htm }}</ref>
Negli anni che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale ebbe modo di farsi conoscere in tutto l'impero e divenne il [[Leader di partito|leader]] del [[socialismo]] trentino.<ref>{{Cita|UltimaFotografia|dal minuto 13.00 circa}}.</ref>
=== Trasferimento in Italia ===
[[File:Cesare Battisti-Ernesta Bittanti Battisti.jpg|thumb|Cesare Battisti e la moglie [[Ernesta Bittanti Battisti|Ernesta Bittanti]].]]
[[File:Epigrafe a ricordo del discorso di Cesare Battisti a Ferrara, nel 1914.jpg|thumb|Epigrafe a ricordo del discorso di Cesare Battisti a [[Ferrara]], nel 1914]]
[[File:Cesare Battisti a Monza.jpg|thumb|Epigrafe a ricordo del discorso di Cesare Battisti a [[Monza]], nel 1914]]
L'8 agosto 1914 Battisti, affiancato da [[Guido Larcher]] e [[Giovanni Pedrotti]], fece pervenire al re [[Vittorio Emanuele III di Savoia]] un appello nel quale si chiedeva che il Trentino venisse unito al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Suggeriva che si tentasse prima coi mezzi diplomatici e, nel caso non fossero stati sufficienti, si ricorresse alle armi.<ref name="treccani_pedrotti">{{treccani|giovanni-pedrotti_(Dizionario-Biografico)|Giovanni Pedrotti|accesso=13 dicembre 2016}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.trentinocultura.net/doc/radici/storia/grande_guerra/giorni_guerra_h.asp|titolo=I giorni della guerra|autore=Sergio Bevenuti|accesso=13 dicembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141101090732/http://www.trentinocultura.net/doc/radici/storia/grande_guerra/giorni_guerra_h.asp}}</ref>
L'11 agosto 1914, appena due settimane dopo lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], il deputato Battisti abbandonò il territorio austriaco e si trasferì in Italia<ref>{{Cita|Ettore Fabietti|p. 210}}.</ref> seguito, qualche giorno dopo, anche dalla moglie con i loro tre figli. Il fratello Giuliano, che era nato il 30 luglio 1868, rimase invece a Trento. Questi venne poi richiamato alle armi, inviato in una compagnia di disciplina e successivamente, essendosi ammalato, al domicilio coatto. Morì prematuramente il 3 dicembre 1921 a seguito dei patimenti subiti in quegli anni.<ref>{{Cita|Battisti, Monteleone|p. 330, nota 4}}.</ref>
Nel settembre 1914 Battisti, Larcher e Pedrotti costituirono a Milano la "Commissione dell'emigrazione trentina",<ref name="treccani_pedrotti"/> composta da un migliaio di affiliati.
Battisti diventò subito un propagandista attivo per l'intervento italiano contro l'[[Impero austro-ungarico]], tenendo comizi nelle maggiori città italiane e pubblicando articoli [[Interventismo|interventisti]] su giornali e riviste. Tra le città in cui soggiornò vi è anche [[Treviglio]] dove risiedette in via Sangalli al numero 15.
Non fece mai parte della massoneria ma le riconobbe un ruolo nell'evolvere della situazione.<ref>{{Cita libro |titolo = Cesare Battisti - Epistolario |curatore = Renato Monteleone |curatore2 = Paolo Alatri |editore = La Nuova Italia Editrice |città = Firenze |anno = 1966 |volume = 1 |p=400 |sbn = IT\ICCU\NAP\0153045}}</ref> {{Citazione|… molto, moltissimo devesi alla Massoneria se la causa di Trento e Trieste ha ancora fautori in Italia e se l’irredentismo si è gagliardamente ridestato e, malgrado le opposizioni neutraliste, affermato.|Cesare Battisti - Lettera a Bernardo Degregorio, "Venerabile" della loggia massonica di [[Corato]] - 5 marzo 1915}}
=== Volontario in guerra ===
[[File:Cesare Battisti Alpino.jpg|miniatura|In divisa da Alpino (in seconda fila il secondo da sinistra)]]
Il 26 aprile 1915 venne firmato il [[Patto di Londra]] e il 24 maggio l'[[Italia]] entrò in guerra contro l'[[Austria]]. Battisti si arruolò volontario e venne inquadrato nel [[Battaglione alpini "Edolo"]], 50ª [[Compagnia (unità militare)|Compagnia]]. Combatté al [[Conca del Montozzo|Montozzo]] sotto il comando di [[Gennaro Sora]] e [[fratelli Calvi#Attilio|Attilio Calvi]]. Per il suo ''sprezzo del pericolo'' in ''azioni arrischiate'' ricevette, nell'agosto del 1915, una medaglia di bronzo, trasformata successivamente in medaglia d'argento. Dopo essere stato promosso tenente, venne trasferito a un reparto sciatori al [[Passo del Tonale]] e successivamente al [[Battaglione]] ''Vicenza'' del [[6º Reggimento alpini]], operante sul [[Monte Baldo]] nel 1915 e sul [[Pasubio]] nel 1916.
[[File:Plaque at the birthplace of Cesare Battisti.jpg|thumb|Targa apposta sulla casa natale a Trento, in [[Piazza Duomo (Trento)|piazza Duomo]]]]
Nel maggio 1916 si trovava a Malga Campobrun, in attesa dell'inizio della nota [[Battaglia degli Altipiani|Strafexpedition]] (15 maggio - 15 giugno 1916), preparando la controffensiva italiana. Il 10 luglio il [[Battaglione]] ''Vicenza'', formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata da Cesare Battisti, ricevette l'ordine di conquistare il [[Monte Corno Battisti|monte Corno di Vallarsa]] (1765&nbsp;m) sulla destra del [[Leno (torrente)|Leno]] in [[Vallarsa]], che era difeso dalle forze austro-ungariche. Il monte era un punto di osservazione importante nella zona del Pasubio e permetteva il controllo dell'intera valle sottostante.<ref>{{Cita|UltimaFotografia|dal minuto 8.40 circa}}.</ref> Tra i militari coinvolti nell'azione vi fu anche il [[sottotenente]] [[Fabio Filzi]]. Lo stesso Battisti, scrivendo in quei giorni dal fronte, descrisse la situazione come tragica ma che il prezzo anche in vite umane necessario per raggiungere la vittoria doveva essere pagato.<ref>{{Cita|UltimaFotografia|dal minuto 10.00 circa}}.</ref>
=== Cattura ===
[[File:21 Monte Corno Battisti.jpg|thumb|Stele dedicata a Battisti sul [[monte Corno Battisti|monte Corno a lui dedicato]] e dove fu catturato il 10 luglio 1916.<ref>Visibili nell'immagine i tentativi di cancellare la parola ''MARTIRE''</ref>]]
[[File:Trient, Castell, ehemaliges Bischofspalais. (BildID 15587300).jpg|thumb|Il [[castello del Buonconsiglio]] in un'immagine scattata tra il 1914 e il 1918.]]
Negli scontri con i [[k.k. Landesschützen|Landesschützen]] austriaci, molti [[alpini]] caddero o furono fatti prigionieri. Tra questi ultimi vi furono lo stesso [[tenente]] Battisti e il [[sottotenente]] [[Fabio Filzi|Filzi]] che, dopo essere stati riconosciuti, furono tradotti e incarcerati a [[Trento]].
Secondo alcune fonti<ref>{{cita libro|titolo=Dagli Altopiani a Caporetto|autore=[[Lorenzo Baratter]]|altri=prefazione di [[Mario Rigoni Stern]]|città=Luserna|editore=Centro Documentazione|anno=2007|cid=Lorenzo Baratter|sbn=IT\ICCU\VIA\0216711|isbn=88-88197-00-1|p=40}}</ref><ref>{{cita|Gattera e Greselin|p. 88|citazione =Battisti e il sottotenente Fabio Filzi, irredentisti, furono riconosciuti dal cadetto austriaco Franceschini}}.</ref> a riconoscere l'irredentista trentino fu [[Bruno Franceschini]], originario della [[Val di Non]] e residente a [[Rovereto]], tuttavia gli atti del processo ricostruirono una versione assai diversa. A prendersi il merito della cattura furono il tenente Vinzenz Braun<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 8}}.</ref> con i bersaglieri Alois Wohlmuth<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 9}}.</ref> e Franz Strazligg<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 10}}.</ref>. Bruno Franceschini comparve solo nella testimonianza di Johann Widegger<ref name="processo_atto_11">{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 11}}.</ref> come chi materialmente riconobbe [[Fabio Filzi]] che aveva fornito generalità false.<ref>{{cita|Atti del processo|K1796/16 / atto 1}}{{citazione|Il Dott. ''Battisti'' ammise subito la sua identità, mentre il Dott. Fabio ''Filzi'' si qualificò per il cittadino italiano Francesco Brusarosco, restando fermo in questa asserzione anche quando l'alfiere Franceschini, del I reggimento bersaglieri provinciali, lo riconobbe per un roveretano.}}</ref>
Negli atti Franceschini è indicato come Fähnrich (allievo ufficiale)<ref name="processo_atto_11"/> e non come Oberleutnant (tenente), qualifica che otterrà solo più avanti. Secondo un'altra versione il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò al suo ''riconoscimento ufficiale'' e a denunciare l'irredentista sarebbero stati i suoi stessi soldati, e non Franceschini.<ref>{{Cita|Cesare Veronesi|p.98}}.</ref>
Secondo una versione del generale Maximilian Ronge, capo dell'[[Evidenzbureau]], la notizia della cattura fu accolta con entusiasmo da molta della popolazione trentina, che lo considerava un traditore. Quando i prigionieri giunsero a Trento la polizia e i militari presenti furono costretti a contenere la folla, per evitare che il Battisti e il Filzi venissero linciati.<ref>{{Cita libro|autore=Max Ronge|altri=prefazione di [[Aldo Valori]], traduzione di D.C. Scardyb|titolo=Spionaggio|editore=Editrice Tirrena|città=Napoli|anno=1930|p=259|citazione=Gli abitanti di Trento si riversarono in frotte sulle strade quando i due prigionieri furono condotti su d'un carro attraverso la città. La scorta e le guardie di pubblica sicurezza ebbero un bel da fare per impedire che i due fossero linciati.}}</ref>
"Gli organi di stampa austriaci lo descrissero come «bancarottiere» (poiché era già soggetto a un mandato di cattura per fallimento colposo)<ref>{{Cita news|cognome=Moser|autore=|url=http://www.ladige.it/blogs/lanterna-magica/2015/07/08/cesare-battisti-ecco-come-and-processo|titolo=Cesare Battisti: ecco come andò il processo|pubblicazione=l'Adige.it|data=8 luglio 2015|accesso=3 gennaio 2018}}</ref>, «truffatore», «vigliacco», «disertore», «traditore dei suoi e dai suoi tradito». Il processo, secondo alcune fonti, fu istruito senza garanzie per l'imputato e senza una difesa di fiducia, ed inoltre contrassegnato da grossolani errori procedurali".<ref>{{Cita|Diego Leoni|p. 572|Diego Leoni}}.</ref>
Tutta questa operazione aveva fini precisi per l'autorità asburgica perché Battisti era ancora deputato austriaco: "Una volta catturato, Battisti entrerà come attore in un apparato scenico in cui l'azione collettiva si sposa ad un'abile regia governativa", Battisti dovette subire moltissimi insulti e umiliazioni dai suoi carcerieri. In via Borgonovo la folla, composta in maggioranza da militari e funzionari austriaci, incominciò a fischiare, a schiamazzare e a ingiuriare i prigionieri: ingiurie come Hund (cane), Schuft (briccone), Canaille (canaglia)".<ref name=autogenerato1>{{Cita|Diego Leoni|p. 573|Diego Leoni}}.</ref> Gli insulti pronunciati in tedesco smentirebbero taluna storiografia anti-irredentista, la quale vorrebbe che anche alcuni cittadini trentini, quindi di ceppo italiano, avessero partecipato alle ingiurie. "Sovente volte i prigionieri vennero sputacchiati".<ref name=autogenerato1 /> I testimoni riportano anche d'altri atti di violenza contro Battisti: gli furono gettati addosso polvere e zolfo con un mantice; fu percosso da una guardia cittadina; avendo chiesto da bere, gli fu offerta acqua sporca.<ref>{{Cita|Diego Leoni|pp. 573-574|Diego Leoni}}.</ref>
=== Processo ed esecuzione ===
[[File:WK1 ALB080 23883 (BildID 15623124).jpg|thumb|Cesare Battisti su una carretta scoperta in via Garibaldi a Trento. È stato catturato da poco e viene condotto al castello per il processo.<ref name=PaoloBrogi>{{Cita|Paolo Brogi}}.</ref>]]
[[File:Esecuzione-Battisti.JPG|thumb|Cesare Battisti nel momento della sua [[impiccagione]] per mano del boia Lang]]
[[File:Mappa esecuzione Cesare Battisti.svg|thumb|Mappa dell'esecuzione di Cesare Battisti e Fabio Filzi: 1) Scala che dal colonnato del Castello scende nel fossato 2) Attrezzo di ginnastica (altalena) con gancio nell'asse orizzontale 3) Palo di Filzi 4) Sbarre di ginnastica 5) Palo di Battisti, al cui piede era scavata una piccola fossa; i pali dei due condannati avevano un gancio alla sommità]]
La mattina seguente, il 12 luglio 1916, fu condotto insieme con [[Fabio Filzi]] davanti al tribunale militare, che aveva sede al [[Castello del Buonconsiglio]], al tempo adibito a caserma delle truppe austro-ungariche.<ref>{{cita web|url=https://www.buonconsiglio.it/index.php/Castello-del-Buonconsiglio/monumento/Percorsi-a-tema/Fra-Italia-e-Austria/Il-Buonconsiglio-fra-Italia-e-Austria-Cesare-Battisti-e-l-irredentismo-trentino|titolo=Il Buonconsiglio fra Italia e Austria - Cesare Battisti e l’irredentismo trentino|accesso=24 gennaio 2017}}</ref> Durante il processo non si abbassò mai alle scuse, né rinnegò il suo operato e ribadì invece la sua piena fede all'Italia. Respinse l'accusa di tradimento a lui rivolta, basata sul fatto d'essere suddito asburgico passato alle file nemiche e deputato del Reichsrat. Egli si considerò invece soltanto un soldato catturato in azione di guerra.
[[File:Cesare Battisti morto.jpg|thumb|Battisti dopo la sua morte messo in mostra dal [[boia]] Josef Lang tra militari e altre persone in posa per la foto.]]
[[File:Cippi fossa martiri Buonconsiglio.JPG|thumb|Fossa del [[castello del Buonconsiglio]] con i tre cippi che ricordano l'esecuzione di [[Damiano Chiesa]], [[Fabio Filzi]] e Cesare Battisti.]]
{{Citazione|Ammetto inoltre di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l'Italia, in tutti i modi - a voce, in iscritto, con stampati - la più intensa propaganda per la causa d'Italia e per l'annessione a quest'ultima dei territori italiani dell'Austria; ammetto d'essermi arruolato come volontario nell'esercito italiano, di esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l'Austria e d'essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano. In particolare ammetto di avere scritto e dato alle stampe tutti gli articoli di giornale e gli opuscoli inseriti negli atti di questo tribunale al N. 13 ed esibitimi, come pure di aver tenuto i discorsi di propaganda ivi menzionati. Rilievo che ho agito perseguendo il mio ideale politico che consisteva nell'indipendenza delle province italiane dell'Austria e nella loro unione al Regno d'Italia.|Dal verbale dettato dallo stesso Battisti durante il processo<ref>{{Cita|Atti dei processi Battisti Filzi Chiesa|p. 45|Marco Albertazzi}}; [[Giulio Bedeschi]], ''Cesare Battisti'', su ''Storia illustrata'', n° 146, gennaio 1970, p. 40.</ref>}}
Alla pronuncia della sentenza di morte per [[giudizio statario]] mediante capestro per tradimento, Battisti prese la parola e chiese tramite l'avvocato d'ufficio, invano, di essere fucilato invece che impiccato, per rispetto alla divisa militare che indossava. Il giudice gli negò questa richiesta, si procedette invece a fargli togliere la divisa e a fargli indossare un abito civile consistente in un ''vestito grigio, a quadri, molto largo e un berretto da operaio''.<ref>P. 77 in  {{Cita pubblicazione|titolo=Cesare Battisti, il traditore, l'eroe|autore=Antonello Battaglia|rivista=Rivista Militare|anno=2016|mese=Luglio-Agosto|editore=Ministero della Difesa}}</ref> dando esecuzione alla sentenza due ore dopo la sua lettura.<ref>{{Cita|Spencer C Tucker|p. 216}}.</ref>
L'esecuzione avvenne nella Fossa della Cervara, sul retro del castello alle 19:14. Battisti venne condotto al patibolo, dove venne letta ai presenti la sentenza non accompagnata dalle motivazioni. Le cronache riportano che la prima volta il cappio si spezzò, Battisti cadde, rimanendo addossato al palo e scuotendo la testa e che il carnefice ripeté l'esecuzione con una nuova corda. Pompeo Zumin, testimone diretto<ref>Resoconto del dott. Pompeo Zumin sulle ultime ore di Cesare Battisti, pubblicato sul settimanale L'Unità di Firenze il 17 luglio 1919, riportato nel libro di {{cita|L. Filippi ''Cesare Battisti'', cit|Filippi}}.</ref>, scrisse che, qualche ora prima dell'impiccagione, aveva chiesto al boia ([[Josef Lang]], venuto da Vienna e chiamato ancora prima che il processo incominciasse) come questa sarebbe avvenuta. Costui gliela spiegò mimandola con un assistente, passando una corda sottile attorno al collo di quest'ultimo: il corpo del condannato sarebbe stato sollevato di peso per poter fissare la corda al gancio posto in cima a un palo infisso per terra e poi lasciato cadere. Richiesto se quella corda fosse adatta per l'esecuzione, il Lang rispose che la corda buona la teneva nella valigia, donde effettivamente poi l'estrasse quando la prima si spezzò. Battisti non morì subito, il carnefice gli passò una mano sotto il mento, premendogli sulla bocca e sulle narici; accertata la sua morte ad un segnale i presenti tennero una pausa di preghiera a capo scoperto, quindi il cadavere di Battisti fu coperto da un lenzuolo bianco e nascosto alla vista tramite una staccionata mobile. Si procedette quindi all'impiccagione di Filzi, che morì immediatamente alle 19:37.
Cesare Battisti affrontò il processo, la condanna e l'esecuzione con animo sereno e con grande fierezza, nonostante la misera esposizione durante il tragitto in città, il fatto che fosse stato condotto alla forca vestito quasi di stracci e che non gli si permise di scrivere alla famiglia, ma solo di dettare a uno scrivano una lettera diretta al fratello Giuliano.
Le fasi dell'impiccagione di Battisti vennero documentate da una serie di immagini, scattate da diversi fotografi.<ref>{{cita web | url = https://smargiassi-michele.blogautore.repubblica.it/2013/10/28/prima-del-boia-il-fotografo/ | titolo = Prima del boia, il fotografo | autore = [[Michele Smargiassi]] | sito = Fotocrazia. Blog di Michele Smargiassi all'interno del sito del quotidiano [[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]] | data = 28 ottobre 2013 | editore = la Repubblica| accesso = 15 luglio 2020}}</ref>. Una di esse in particolare - ritraente il corpo di Battisti pendente dalla forca, circondato da persone in posa e sorridenti - venne in seguito definita "oscena" e così descritta dallo scrittore austriaco [[Karl Kraus]] (1874-1936) nella sua opera ''Gli ultimi giorni dell'umanità'', pubblicata nel 1922: "Non solo abbiamo impiccato, ma ci siamo anche messi in posa, e abbiamo fotografato non solo le esecuzioni, bensì anche gli spettatori, e addirittura i fotografi [...] E il particolare effetto della nostra mostruosità è che quella propaganda nemica [...] non ha nemmeno avuto bisogno di fotografare i nostri misfatti perché, con sua grande sorpresa, ha trovato le nostre fotografie dei nostri fatti sul luogo stesso del delitto, dunque noi "al naturale" in tutta la nostra ingenuità", opponendo alla figura di Battisti - considerata positiva - quella negativa dell'imperatore Francesco Giuseppe<ref>{{cita news | url = https://www.giornaletrentino.it/cultura-e-spettacoli/superare-i-confini-quando-kraus-attaccava-il-kaiser-per-battisti-1.1067571 | titolo = "Superare i confini", quando Kraus attaccava il Kaiser per Battisti | autore = Paolo Piffer | pubblicazione = Trentino | data = 14 febbraio 2017 | accesso = 14 luglio 2020}}</ref>.
Alla vedova Ernesta Bittanti fu liquidato l'importo di 10.000 lire dalla [[Riunione Adriatica di Sicurtà|RAS]], compagnia di assicurazione di [[Trieste]], all'epoca austroungarica.<ref>{{cita web|url=https://www.ladigetto.it/rubriche/centenario-della-grande-guerra/55840-l%E2%80%9911-luglio-di-cento-anni-fa-veniva-fatto-prigioniero-cesare-battisti.html|titolo=L'11 luglio di cento anni fa veniva fatto prigioniero Cesare Battisti|sito=ladigetto.it|accesso=28 agosto 2021}}</ref> Cesare Battisti è ricordato nel canto popolare italiano ''[[La canzone del Piave]]'', citato assieme a [[Nazario Sauro]] e [[Guglielmo Oberdan]]. In seguito all'esecuzione, [[Carlo Emanuele a Prato]] sorvolò Trento per gettare fiori sul luogo dell'impiccagione<ref>{{cita libro|cognome=Torcellan|nome=Nanda|url=http://www.italia-resistenza.it/wp-content/uploads/ic/RAV0053532_1976_122-125_18.pdf|titolo=Per una biografia di Carlo a Prato|sito=Istituto Nazionale Ferruccio Parri|pagine=3-6}}</ref>.
=== Le sue ultime parole ===
{{Citazione|Viva Trento italiana! Viva l'Italia!|Attilio Mori e Oreste Ferrari<ref>{{Treccani|cesare-battisti}}</ref>}}
Queste ultime parole sono confermate da numerose fonti: ''in primis'' le troviamo nelle motivazioni della Medaglia d'oro al valor militare che gli è stata assegnata, si possono leggere in un testo del 1916<ref>{{cita libro|titolo=L'offensiva austriaca nel Trentino|autore=Pompilio Schiarini|editore=Youcanprint|anno=2013|url=https://books.google.it/books?id=nMIDAwAAQBAJ&pg=PT140&lpg=PT140&dq=cesare+battisti+viva+trento+italiana!+viva+l%27italia!&source=bl&ots=SLJ6vBGTQh&sig=kizFlum19ODt1P65-zvwBGy-jg0&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiohfSmsPnbAhXDYpoKHXLgD-A4ChDoAQgnMAA#v=onepage&q=cesare%20battisti%20viva%20trento%20italiana!%20viva%20l'italia!&f=false}}</ref>, compaiono nel sito dell'[[Associazione Nazionale Alpini|A.N.A.]]<ref>{{Cita web |url =https://www.ana.tn.it/cesare-battisti/32-96/|titolo=Cesare Battisti|sito=ana.tn.it|editore =ANA|accesso=30 giugno 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180630133128/https://www.ana.tn.it/cesare-battisti/32-96/|urlmorto=sì}}</ref>, sono riportate su testi di carattere generale o monografici<ref>{{cita libro|titolo=365 giornate indimenticabili da vivere a Torino|autore=Daniela Schembri Volpe|editore=Newton Compton Editori|anno=2015|url=https://books.google.it/books?id=e7AACwAAQBAJ&pg=PT175&lpg=PT175&dq=cesare+battisti+viva+trento+italiana!+viva+l%27italia!&source=bl&ots=bYut3Zwne7&sig=7m8mJzl4lIf2f4yzTw90ZgJ6SiQ&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwi3t9bisPnbAhXlK5oKHdVaD1M4FBDoAQhgMAw#v=onepage&q=cesare%20battisti%20viva%20trento%20italiana!%20viva%20l'italia!&f=false}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=Il fuoco e il gelo: La Grande Guerra sulle montagne|autore=Enrico Camanni|editore=Gius.Laterza & Figli|città=Bari|anno=2016|url=https://books.google.it/books?id=XhD5DAAAQBAJ&pg=PT107&lpg=PT107&dq=cesare+battisti+viva+trento+italiana!+viva+l%27italia!&source=bl&ots=wk5mszBVR0&sig=Sm43dwCf_H2p1RpS5lHPteFwXnI&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiFjPCisfnbAhViAZoKHeMEBEw4HhDoAQgnMAA#v=onepage&q=cesare%20battisti%20viva%20trento%20italiana!%20viva%20l'italia!&f=false}}</ref> e vengono riprese anche da stampa in rete recente<ref>{{Cita web|url =https://www.ilpost.it/2016/07/12/cesare-battisti-il-traditore-che-mori-100-anni-fa/|titolo =Cesare Battisti, il “traditore” che morì 100 anni fa |sito = ilpost.it|editore =ilPost |accesso =30 giugno 2018}}</ref>. Anche la seconda edizione dell'[[Enciclopedia Treccani|Enciclopedia Italiana]] pubblicata nel 1930 riporta tale esclamazione.<ref>{{treccani|cesare-battisti_(Enciclopedia-Italiana)|BATTISTI, Cesare|autore=Attilio Mori, Oreste Ferrari}}</ref>
Ulteriori conferme si hanno da testimoni oculari dell'esecuzione: nel 1919 il dottor Pompeo Zumin, di cui fu pubblicato su ''[[L'Unità (rivista)|L'Unità]]'' di [[Gaetano Salvemini]]<ref>{{cita news|autore=Pompeo Zumin|titolo=Le ultime ore di Cesare Battisti|pubblicazione=[[L'Unità (rivista)|L'Unità]]|numero=29|data=luglio 1919|pp=151-152|}}</ref>, un ampio resoconto dell'esecuzione, il quale riferisce che ci sarebbe stato quasi un battibecco fra Battisti, che inneggiava all'Italia, e il pubblico, che in tedesco inneggiava all'Austria; nel 1987 Tullio Mosna in un'intervista realizzata dal quotidiano locale ''Alto Adige''.<ref>{{cita web|titolo=Cesare Battisti: ecco come andò il processo|url=http://www.ladige.it/blogs/lanterna-magica/2015/07/08/cesare-battisti-ecco-come-and-processo|citazione=Ho visto scendere giù per le scale Cesare Battisti vestito in borghese e circondato da soldati, ricordo il boia ritto dietro la forca, Battisti che ascolta la sentenza poi ha gridato viva l’Italia, viva Trento italiana. Il laccio si è rotto, il boia ne ha preso un altro e Battisti ha gridato ancora viva l’Italia. Poi lo hanno coperto con un lenzuolo. Volevo scappare via, ma sulle scale che scendono nel castello e portano alla fossa, è comparso un altro condannato che poi ho sentito chiamarsi Filzi. Attorno a me c’erano solo soldati che si sporgevano in avanti per vedere. Non ho visto civili|accesso=30 giugno 2018|data=8 luglio 2015}}</ref>
== Figura di intellettuale ==
Nel 1967 [[Claus Gatterer]], in un'opera intitolata ironicamente ''Cesare Battisti: ritratto di un "alto traditore"'', riscopre le sue origini di intellettuale austro-socialista, dimenticate nelle opere scritte a suo ricordo durante l'immediato periodo postbellico. La figura intellettuale di Cesare Battisti è anche stata al centro del lavoro di Marco Albertazzi.
[[File:Cesare Battisti by Adolfo Wildt Bozen.jpg|thumb|Busto di Battisti, realizzato da [[Adolfo Wildt]] per il [[Monumento alla Vittoria (Bolzano)|Monumento della Vittoria a Bolzano]].]]
[[File:Il Mausoleo di Cesare Battisti, a Trento.jpg|thumb|[[Mausoleo di Cesare Battisti]], a Trento]]
[[File:Cesare Battisti Vittoriano Roma.JPG|thumb|Busto di Cesare Battisti conservato al [[Vittoriano]] di [[Roma]]]]
[[File:Pio Gibellini, Busto di Cesare Battisti, gesso, 1917.png|thumb|Pio Gibellini, Busto di Cesare Battisti, gesso, 1917, Raccolte del [[Museo civico del Risorgimento (Modena)|Museo civico del Risorgimento]] a [[Modena]].]]
== Memoria politica e nella cultura di massa ==
Cesare Battisti è considerato un eroe nazionale italiano e a lui sono dedicati monumenti, scuole, piazze e vie in tutta Italia. A suo ricordo a [[Trento]], in epoca fascista fu eretto un grande [[Mausoleo di Cesare Battisti|mausoleo]] sul Doss Trento, suo luogo di sepoltura, che sovrasta simbolicamente la città; la montagna su cui venne catturato fu chiamata [[Monte Corno Battisti]]. Porta il suo nome anche la quarta galleria della [[strada delle 52 gallerie]] sul [[Pasubio]], gallerie scavate in occasione dei combattimenti della [[prima guerra mondiale]].<ref>{{Cita|Gattera, 1995|p. 100}}.</ref>
Nel 1926 [[Benito Mussolini]] decise di far erigere a [[Bolzano]], al posto del “Monumento ai [[Kaiserjäger]]”, un monumento a Cesare Battisti: l'opera di [[Marcello Piacentini]], inaugurata nel 1928, fu ribattezzata in [[Monumento alla Vittoria (Bolzano)|Monumento alla Vittoria]] solamente dopo le fervide proteste di Ernesta Bittanti Battisti, moglie del martire, la quale non volle che la memoria di suo marito fosse strumentalizzata per l'intento imperialista del [[Fascismo|regime fascista]] nella nuova provincia annessa all'Italia nel 1919. Nella nicchia interna settentrionale del monumento fu comunque posto, per opera di [[Adolfo Wildt]], un busto di Cesare Battisti, affiancato da citazioni tratte dalle [[Leggi delle XII tavole]] e da [[Tito Livio]].<ref>{{cita libro| autore=[[Hannes Obermair]] |titolo=Monuments and the City – an almost inextricable entanglement | serie= Multiple Identitaten in einer „glokalen Welt" – Identità multiple in un "mondo glocale" – Multiple identities in a "glocal world"| curatore= Matthias Fink et al.| anno= 2017| editore=Eurac.research| città=Bolzano|pp=88-99| isbn=978-88-98857-35-7| url=https://www.researchgate.net/publication/324834568_Monuments_and_the_City_-_an_almost_inextricable_entanglement}}</ref>
Di seguito, il [[Mausoleo di Cesare Battisti]] fu invece eretto dal regime nel 1935 a [[Trento]] e posto in grande evidenza sul [[Doss Trento]].
Nel 1978 la [[Rai]] realizzò una miniserie televisiva su Cesare Battisti dal titolo ''[[Alto tradimento - Un'indagine su Cesare Battisti]]'' con la regia di [[Walter Licastro]] e [[Franco Branciaroli]] nel ruolo di Battisti.
Il 12 luglio 2016, nel centenario della morte, è stato ricordato nella fossa del castello del Buonconsiglio dalle massime autorità della provincia.<ref>{{Cita web|url=https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Il-Trentino-ricorda-la-morte-di-Cesare-Battisti|titolo=Il Trentino ricorda la morte di Cesare Battisti|sito=ufficiostampa.provincia.tn.it|accesso=17 luglio 2020}}</ref> Nel 2016 uscì il [[documentario]] ''Battisti 16.16: Trento e Cesare Battisti a cento anni dalla morte'', scritto da Elena Tonezzer con la regia di Andrea Andreotti e pubblicato dalla [[Museo storico del Trentino|Fondazione Museo Storico del Trentino]].<ref>{{cita web|url=http://fondazione.museostorico.it/index.php/it/Pubblicazioni/Libri-e-produzioni-video/Produzioni-video/Battisti16.16-Trento-e-Cesare-Battisti-a-cento-anni-dalla-morte|titolo=Battisti 16.16: Trento e Cesare Battisti a cento anni dalla morte|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170202020156/http://fondazione.museostorico.it/index.php/it/Pubblicazioni/Libri-e-produzioni-video/Produzioni-video/Battisti16.16-Trento-e-Cesare-Battisti-a-cento-anni-dalla-morte|urlmorto=sì}}</ref> Nello stesso anno, in occasione del centenario della morte, venne realizzato il documentario ''Cesare Battisti. L'ultima fotografia'', con la regia di Graziano Conversano e prodotto da [[Rai Cultura]] – [[Rai Storia]] in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino.<ref>{{cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2019/10/Cesare-Battisti-lultima-fotografia--a7b3cb3e-4ad8-4c0c-8901-5bf7b322a593-ssi.html|titolo=Cesare Battisti. L'ultima fotografia|accesso=16 settembre 2020}}</ref><ref name="UltimaFotografia">{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=TP6EL3Iokpk|titolo=Cesare Battisti. L'ultima fotografia. Documentario|cid=UltimaFotografia|accesso=16 settembre 2020}}</ref>
Nel 2018, durante lo svolgimento dell'[[adunata nazionale degli alpini]], il [[Presidente della Repubblica Italiana]] [[Sergio Mattarella]], si è recato sul [[Doss Trento]] per rendergli omaggio.<ref>{{Cita web|url=https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/Il-presidente-Mattarella-sul-Doss-Trento-in-onore-di-Cesare-Battisti|titolo=Il presidente Mattarella sul Doss Trento in onore di Cesare Battisti|sito=ufficiostampa.provincia.tn.it|accesso=14 luglio 2020}}</ref>
Cesare Battisti, quale figura ampiamente sfruttata dalla propaganda fascista e nazionalista italiana, in particolare nell'opera di italianizzazione del Trentino, è stato oggetto anche di studi storici assai meno celebrativi e più oggettivi, come per esempio quelli di [[Claus Gatterer]].<ref>{{cita|Gatterer 2008}}.</ref>
== Opere ==
* {{cita libro|titolo=Scritti geografici|città=Trento|editore=Zippel|anno=1898|oclc=859762540}}
* {{cita libro|titolo=Il Trentino: saggio di geografia fisica e di antropogeografia|città=Trento|editore=Zippel|cid=saggio di geografia|anno=1898|oclc=1020103627}}
* {{cita libro|titolo=Guida di Mezolombardo e dintorni: il distretto di Mezolombardo, da Mezolombardo a Campiglio, Peio, Rabbi, Mendola, il gruppo del Brenta|città=Trento|editore=Società Tipografica Editrice Trentina|anno=1905|oclc=886347154}}
* {{Cita libro |titolo=Discorso elettorale pronunciato nel Teatro Verdi il 14 febbraio 1908|città=Trento|editore=STET|anno=1908|oclc=797660934}}
* {{Cita libro|titolo=Che cosa hanno fatto i deputati dei vari partiti|città=Trento|editore=STET|anno=1911|oclc=801218296}}
* {{Cita libro|titolo=Discorso tenuto dal deputato di Trento dottor Cesare Battisti al Parlamento austriaco il giorno 12 dicembre 1911|anno=1911|oclc=315661368}}
* {{Cita libro|titolo=La politica provinciale del Tirolo Per l'autonomia del Trentino Rispettate gli italiani: discorso tenuto al parlamento austriaco dal deputato d.r Cesare Battisti il 6 novembre 1913|città=Trento|editore=STET|anno=1913|oclc=797903311}}
* {{Cita libro|titolo=Il Trentino italiano|città=Milano|editore=Ravà & Co.|anno=1915|oclc=252315471}}
* {{Cita libro|titolo=Al Parlamento austriaco e al popolo italiano. Discorsi del dottor Cesare Battisti, deputato di Trento al Parlamento di Vienna|città=Milano|editore=[[Fratelli Treves]]|anno=1915|oclc=493130812}}
* {{Cita libro|titolo=Il Trentino: cenni geografici, storici, economici con un'appendice sull'Alto Adige|città=Novara|editore=[[De Agostini|Istituto Geografico De Agostini]]|anno=1919|oclc=1029293960}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti politici e sociali|città=Firenze|editore=[[La Nuova Italia]]|anno=1966|oclc=643770730}}
* {{Cita libro|titolo=Opere geografiche|città=Lavis|editore=[[La Finestra editrice]]|anno=2005|isbn =978-88-88097-92-3}}
* {{Cita libro|titolo=Scritti politici|città=Lavis|editore=La Finestra editrice|anno=2006|isbn=978-88-88097-69-5}}
* {{Cita libro|titolo=Opere geopolitiche|volume=I-II|altri=a cura di Marco Albertazzi|città=Lavis|editore=La Finestra editrice|anno=2011|isbn=978-88-95925-29-5}} L'opera racchiude le guide civili e le guide militari.
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|nome = ''Cesare Battisti - Tenente 6º reggimento della 2ª compagnia del battaglione "Vicenza"''
|immagine = Valor militare gold medal - old style BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio 1916, dopo aver condotto all’attacco, con mirabile slancio, la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette con pochi alpini, fino all’estremo, finché tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro austriaco con dignità e fierezza, gridando, prima di esalare l’ultimo respiro: “Viva l’Italia!” e infondendo così con quel grido e col proprio sacrificio, sante e nuove energie nei combattenti d’Italia. [[Monte Corno Battisti|Monte Corno di Vallarsa]], 10 luglio 1916.
|data=2 gennaio 1919<ref>{{Cita web |url = http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12397 |titolo = Scheda decorato - BATTISTI Cesare|editore = Quirinale |accesso = 12 dicembre 2016}}</ref><ref>Originariamente Medaglia d'Argento al Valore Miliare, concessa a [[Valdagno]] il 20 novembre 2016, successivamente convertita in Medaglia d'Oro. La motivazione della Medaglia d'Argento era la seguente: ''Esempio costante di fulgido valore militare il 10 luglio, dopo aver condotto all'attacco con mirabile slancio la propria compagnia, sopraffatto dal nemico soverchiante, resistette, con pochi alpini, fino all'estremo: rimasto solo, tra l’incerto tentativo di salvarsi voltando il tergo al nemico e il sicuro martirio, scelse il martirio. Monte Corno, 10 luglio 1916.''. Tratta da {{cita libro|curatore=Pierluigi Scolè|titolo=Degni delle glorie dei nostri avi : Alpini e Artiglieri da montagna decorati nella Grande Guerra 1915-1918|volume=2|editore=Associazione Nazionale Alpini|anno=2017|p=242|ISBN=978-88-902153-6-0}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine = Croce di guerra al valor militare BAR.svg
|nome_onorificenza = Croce di guerra al valor militare
|collegamento_onorificenza = Ricompense al valor militare
|motivazione = Addetto al comando del distaccamento, sfidando ripetutamente il fuoco avversario, riusciva, più volte, a portare ordini alle truppe operanti per la conquista di un'aspra e difficile posizione avversaria. Punta dell'Albiolo, 21 agosto 1915.
|data=21 agosto 1915<ref>{{cita libro|curatore=Pierluigi Scolè|titolo=Degni delle glorie dei nostri avi : Alpini e Artiglieri da montagna decorati nella Grande Guerra 1915-1918|volume=1|editore=Associazione Nazionale Alpini|anno=2016|p=189|ISBN=9788890215346}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.museonazionalealpini.it/index.php/cesare/cesare-battisti|titolo=Cesare Battisti - Museo Nazionale Storico degli Alpini|accesso=4 gennaio 2018}}</ref>
}}
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=In lotta contro Roma. Cittadini, minoranze e autonomie in Italia|autore=[[Claus Gatterer]]|città=Bolzano|editore=Praxis 3|anno=1994|annooriginale=1968|cid=Gatterer 1994|oclc=184844588}}
* {{cita libro|titolo=Impiccate il traditore: Cesare Battisti, a novant'anni dalla morte|autore=Claus Gatterer|città=Bolzano|editore=Praxis 3|anno=2008|cid=Gatterer 2008|oclc=922606661}}
* {{DBI |nomeurl=giuseppe-cesare-battisti|nome=BATTISTI, Giuseppe Cesare|autore=[[Gaetano Arfé]]|volume=7|anno=1970|accesso=4 aprile 2016|cid=Gaetano Arfé}}
* {{Cita conferenza|titolo=La questione della donna: terza conferenza popolare tenuta per iniziativa della Società degli studenti trentini il dì 20 agosto 1899 nella Sala del Palazzo della pubblica istruzione in Rovereto|autore=[[Antonio Piscel]] e Società degli studenti trentini|città=Rovereto (TN)|editore=Comitato locale delle pubbliche conferenze Tipografia roveretana|data=1899|cid=Antonio Piscel: questione della donna|oclc=797042655}}
* {{Cita conferenza|titolo=Un triestino all'origine del partito socialista trentino: per una biografia di Antonio Gerin (1856-1926)|autore=Mirko Saltori|cid=Mirko Saltori|url=http://fll-italia.it/UploadDocs/12245_Art_09_saltori.pdf|formato=pdf|sbn=IT\ICCU\TSA\1530653}}, fa parte di {{Cita conferenza|titolo=Trento e Trieste: percorsi degli italiani d'Austria dal '48 all'annessione: atti del convegno Rovereto 1, 2, 3 dicembre 2011: in onore di Livio Caffieri|curatore=Fabrizio Rasera|città=Rovereto (TN)|editore=Accademia Roveretana degli Agiati, Osiride|data=2014|cid=Fabrizio Rasera|SBN=IT\ICCU\TSA\1410043|ISBN=978-88-7498-216-5}}
* {{cita libro|titolo=La redenzione della nazione nella produzione geografica di Cesare Battisti|autore=Matteo Marconi|editore=Associazione Culturale Sviluppo e Benessere|città=Napoli|anno=2011|cid=Matteo Marconi|url=https://www.academia.edu/24581137/LA_REDENZIONE_DELLA_NAZIONE_NELLA_PRODUZIONE_GEOGRAFICA_DI_CESARE_BATTISTI|formato=pdf}}, in {{cita pubblicazione|titolo=Studi e Ricerche socio-territoriali|editore=Associazione Culturale Sviluppo e Benessere|oclc=705755913}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti: l'anima, la vita|autore=[[Ettore Fabietti]]|altri=lettera prefazione di Ernesta vedova Battisti|editore=Vallecchi Editore|città=Firenze|anno=1928|cid=Ettore Fabietti|sbn=IT\ICCU\RAV\0208972}}
* {{Cita libro|titolo=Atti dei processi Battisti Filzi Chiesa|curatore=Archivio di Stato di Trento e Società di studi per la Venezia Tridentina|editore=T.E.M.I.|città=Trento|anno=1935|url = http://www.cimeetrincee.it/atti.pdf|formato=pdf|cid=Atti del processo|accesso=4 aprile 2016}}
* {{Cita libro|titolo=Atti dei processi a Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa|curatore=Marco Albertazzi|editore=La Finestra editrice|città=Lavis|anno=2012|cid=Marco Albertazzi}|isbn =978-88-95925-39-4}}
* {{Cita libro|titolo=Dopo sessant'anni la verità sulla cattura di Cesare Battisti e la riabilitazione del cadetto Bruno Franceschini presunto delatore del martire trentino|autore=Cesare Veronesi|altri=Antonio Zieger, [[Gianni Pieropan]], [[Carlo Emilio Gadda]], Franco Bandini|url=http://www.cbt.biblioteche.provincia.tn.it/oseegenius/resource?uri=1548523&v=l&dcnr=1|editore=Grafiche Fontanari, Ala, tipografo trentino|città=Ala|anno=1976 collana I Quattro Vicariati e le zone limitrofe|edizione= A. 20, n. 2 (dic. 1976)|pp= 91-99|cid=Cesare Veronesi|accesso=8 dicembre 2016|oclc=797478456}}
* {{Cita libro|voce=Finis Austriae e teatro della crudeltà: l’impiccagione di Cesare Battisti |autore=Diego Leoni|cid=Diego Leoni|oclc=883499821}} in {{Cita libro|titolo=La prima guerra mondiale|curatore=Stéphane Audoin-Rouzeau|curatore2=Jean-Jacques Becker|città=Torino|anno=2007|editore= Einaudi|p=572|oclc=799616472|sbn=IT\ICCU\UBO\3170133}}
* {{Cita libro|titolo=Impiccateli! le storie eroiche di Cesare Battisti e Nazario Sauro a cento anni dalla morte|autore=[[Paolo Brogi]]|editore=Imprimatur|città=Reggio Emilia|anno=2016|cid=Paolo Brogi|url=https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=wuWBCwAAQBAJ&oi=fnd&pg=PT3&dq=cesare+battisti+padre+traditore&ots=UclW_jrrsv&sig=cAGgoX11fmswCrL6cTmDm_PWnDE&redir_esc=y#v=onepage&q=cesare%20battisti%20padre%20traditore&f=false|oclc=944521997|isbn=9788868304041}}
* {{cita libro|titolo=Il Movimento operaio italiano. 1, [Abbo-Ceccarelli]|autore=Franco Andreucci|autore2=Tommaso Detti|anno=1975-1979|editore=Editori Riuniti|città=Roma|cid=Andreucci, Detti|oclc=462458926}}
* {{cita libro|titolo=Epistolario / 1.|autore=Cesare Battisti; Renato Monteleone|città=Firenze|editore=La Nuova Italia Ed.|anno=1966|cid=Battisti, Monteleone|oclc=180590973}}
* {{cita libro|titolo=World War I: The Definitive Encyclopedia and Document Collection [5 volumes]: The Definitive Encyclopedia and Document Collection|autore=Spencer C Tucker|città=Westport|editore=Greenwood Press|anno=2014|cid=Spencer C Tucker|lingua=en|url=https://books.google.it/books?id=DBwTBQAAQBAJ&pg=PA216&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false|oclc=893409099|isbn=9781851099641}}
* {{cita libro|titolo=Salvare la memoria: Pasubio 1915-1918: graffiti della grande guerra nei campi di battaglia del Pasubio, Carega, Zugna, Vallarsa, Val Terragnolo, Val Posina, Monte Maio |autore=Claudio Gattera; Roberto Greselin|altri=fotografie di Valter e Luca Borgo|città=Novale di Valdagno (VI)|editore=Rossato|anno=2009|cid=Gattera e Greselin|oclc=898694128|isbn=978-88-8130-110-2}}
* {{cita libro|titolo=Percorsi di storia trentina: per le scuole secondarie superiori|altri=a cura di Lia De Finis|città=Trento|editore=Provincia autonoma di Trento,Saturnia|anno=2000|cid=Lia De Finis|oclc=797593654|isbn=8886602227}}
* {{cita libro|titolo=Il martire di Trento: Cesare Battisti|autore=[[Vittorio Cuttin]]|editore=Nerbini|città=Firenze|anno=1916|cid=Vittorio Cuttin|oclc=797410241}}
* {{cita libro|titolo=Cesare Battisti: profilo|autore=[[Paolo Maranini]]|editore=Società tipografica editoriale Porta|città=Piacenza|anno=1922|cid=Paolo Maranini|oclc=494486549}}
* {{cita libro|titolo=Come si porta un uomo alla morte: la fotografia della cattura e dell'esecuzione di Cesare Battisti|autore=[[Diego Leoni]]|editore=Museo storico in Trento, Provincia autonoma di Trento|città=Trento|anno=2008|cid=Diego Leoni-la fotografia|oclc=800047540|isbn=9788871970974}}
* {{Cita libro|titolo=Martiri ed eroi Trentini della guerra di redenzione|curatore=Oreste Ferrari|altri=prefazione di Carlo Delcroix|editore=Edito dalla Legione Trentina, T.E.M.I.|città=Trento|anno=1925|cid=Oreste Ferrari|sbn=IT\ICCU\RAV\0206836}}
* {{Cita libro|titolo=César Battisti et la fin de l'Autriche|editore=Éditions de l'ame gauloise|autore=Jane Hazon de Saint-Firmin|città=Parigi|anno=1927|lingua=fr|cid=Jane Hazon de Saint-Firmin|sbn=IT\ICCU\IEI\0024405}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti|autore=Luigi Filippi|editore=Paravia|città=Torino|anno=1929|cid=Luigi Filippi|oclc=799292839|sbn=IT\ICCU\CUB\0274401}}
* {{Cita libro|titolo=Per l'Italia immortale - Cesare Battisti - La sua terra e la sua gente|curatore=Oreste Ferrari|editore=Edito dalla Legione Trentina, T.E.M.I.|città=Trento|anno=1935|oclc=1102060880|sbn=IT\ICCU\RAV\0254501}}
* {{Cita libro|titolo=Con Cesare Battisti attraverso l'Italia|autore=[[Ernesta Bittanti Battisti]]|editore=Treves|città=Milano|anno=1938|cid=Ernesta Bittanti|sbn=IT\ICCU\IEI\0027881}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti nella storia d'Italia (un saggio di Piero Pieri e una completa documentazione fotografica sulla vita del martire)|autore=Piero Pieri|editore=Edizioni TEMI|città=Trento|anno=1965|cid=Piero Pieri|oclc=635710113|sbn=IT\ICCU\SBL\0546799}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti|autore=Stefano Biguzzi|editore=UTET|città=Torino|anno=2008|oclc=236550223|isbn=978-88-02-07784-0}}
* {{Cita libro|titolo=Gli ultimi giorni dell'umanità|autore=[[Karl Kraus]]|traduttore=Ernesto Braun e Mario Capitella|annooriginale=Vienna, 1918|anno=1922|sbn=IT\ICCU\RMS\2479534}}
* {{Cita libro|titolo=L'eroe conteso. La costruzione del mito di Cesare Battisti negli anni 1916-1935|autore=Massimo Tiezzi|editore=Museo Storico in Trento|anno=2007|cid=Massimo Tiezzi|isbn=978-88-7197-100-1}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti: ritratto di un alto traditore|autore=[[Claus Gatterer]]|editore=[[La Nuova Italia]] editrice|città=Firenze|anno=1975|sbn = IT\ICCU\SBL\0022734}} Tit. orig. {{cita libro|titolo=Unter seinem Galgen stand Österreich. Cesare Battisti: Porträt eines Hochverräters|anno=1967|editore=Europa Verlag|città=Vienna|lingua=de|sbn=IT\ICCU\LO1\0020426}}
* {{Cita libro|titolo=Incidente a Trento: romanzo|autore=Franz Tumler|traduttore=Anna Lucioni dal Collo|altri=prefazione di Joseph Zoderer|editore=SugarCo|città=Milano|anno=1990|oclc=800038991|isbn=88-7198-011-5}}
* {{Cita libro|titolo=Il Pasubio e la strada delle 52 gallerie: guida ai sentieri della Grande Guerra. Con diario storico militare inedito della 33ª comp. minatori del genio|autore=Claudio Gattera|altri=consulenza storica di Mauro Passarin|editore=Gino Rossato Editore|città=Valdagno|anno=1995|cid=Gattera, 1995|sbn=IT\ICCU\BVE\0075372|isbn=978-88-8130-017-4}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti e Fabio Filzi: ultimo atto: la verita sull'attacco al Corno di Vallarsa: cronaca della battaglia dalla relazione inedita del maggiore Carlo Frattola, comandante del battaglione Vicenza, e dai diari storico-militari dei reparti partecipanti all'azione|autore=Claudio Gattera|autore2=Carlo Calenco|autore3=Giovanni Menotti|editore=Gino Rossato Editore|città=Valdagno|anno=2008|cid=Gattera, Calenco, Menotti|oclc=470767220|isbn=978-88-8130-108-9}}
* {{Cita libro|titolo=Cesare Battisti, Fabio Filzi|autore=Marco Albeltaro|editore=Il Sole 24 Ore|città=Milano|anno=2014|cid=Marco Albeltaro|oclc=1046008389|sbn=IT\ICCU\RMS\2672818}}
* {{Cita conferenza|titolo=Cesare Battisti geografo e cartografo di frontiera|conferenza=basato sugli atti del convegno tenuto a Trento nel 2016|curatore=Elena Dai Prà|città=Roma|editore=Centro italiano per gli studi storico-geografici|data=2018|cid=Elena Dai Prà|oclc=1090165971|ISBN=978-88-9405-164-3}}
== Voci correlate ==
* [[Irredentismo italiano]]
* [[Prima guerra mondiale]]
* [[Storia del Trentino]]
* [[Alcide De Gasperi]]
* [[Monte Corno Battisti]]
* [[Bruno Franceschini]]
* [[Mausoleo di Cesare Battisti]]
* [[Strada degli Eroi]]
* [[Brigata Cesare Battisti]]
* [[Come si porta un uomo alla morte]]
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.cimeetrincee.it/battisti.htm|titolo= Cesare Battisti (1875-1916) con testimonianza di Giulio Posch, cappellano del Castello del Buonconsiglio|editore=Cimeetrincee|accesso=25 settembre 2008}}
* {{cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/262848|titolo= "Cesare Battisti" (Editore: Utet), intervista allo storico Stefano Biguzzi di Lanfranco Palazzolo|editore=[[Radio Radicale]]|data=24 settembre 2008|cid=Biguzzi su Radio Radicale|accesso=25 settembre 2008}}
* {{cita web|url=http://www.lagrandeguerra.it/HTML/framebattisti.htm|titolo=Cesare Battisti (Trento 1875 - 1916)|editore=La Grande Guerra 1915-1918|accesso=25 settembre 2008|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20060507213603/http://www.lagrandeguerra.it/html/framebattisti.htm}}
* {{cita web|url=http://www.comune.bolzano.it/stampa_context.jsp?ID_LINK=426&area=295&id_context=29073&COL0008=36&COL0008=41&COL0008=48|titolo=Battisti_Reloaded. Frammenti di un discorso su Cesare Battisti 1916-2016|editore=Città di Bolzano|accesso=31 maggio 2016}}
* {{Cita video|url= http://senato.archivioluce.it/senato-luce/scheda/video/IL5000019013/2/Italia-Trento.html|titolo=Traslazione della salma di Cesare Battisti|editore=[[Istituto Luce Cinecittà]]|data=29 maggio 1935|accesso=6 gennaio 2017}}
* {{cita web|url=https://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/04/11/news/a-trento-nel-1915-s-incrociano-le-vite-di-de-gasperi-e-battisti-1.11217104|titolo=A Trento nel 1915 s’incrociano le vite di De Gasperi e Battisti|autore=Francesco Jori|data=11 aprile  2015|pubblicazione=[[Il Mattino di Padova]]|cid=Francesco Jori|accesso=21 luglio 2020}}
* {{cita web|url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2019/10/Cesare-Battisti-lultima-fotografia--a7b3cb3e-4ad8-4c0c-8901-5bf7b322a593-ssi.html|titolo=Cesare Battisti, l'ultima fotografia Alla scoperta di un personaggio dimenticato|editore=[[Rai Storia]]|data=9 ottobre 2019|cid=Rai Storia|accesso=21 luglio 2020}}
* {{cita web|url=https://www.questotrentino.it/articolo/11873/i_veleni_della_memoria|titolo=I veleni della memoria... e i suoi antidoti|autore=Fabrizio Rasera|editore=Questotrentino|data=11 settembre 2010|cid=Fabrizio Rasera - Questotrentino|accesso=21 luglio 2020}}
{{Alpini}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Grande Guerra|socialismo|storia d'Italia|Trento}}
[[Categoria:Eroi nazionali italiani]]
[[Categoria:Irredentismo italiano]]
[[Categoria:Persone legate agli alpini]]
[[Categoria:Ufficiali del Regio Esercito]]
[[Categoria:Medaglie d'oro al valor militare]]
[[Categoria:Militari italiani della prima guerra mondiale]]
[[Categoria:Pasubio]]
[[Categoria:Membri dell'Abgeordnetenhaus (Impero austro-ungarico)]]
[[Categoria:Politici austriaci]]
[[Categoria:Persone giustiziate per impiccagione]]
[[Categoria:Socialisti]]
[[Categoria:Politici del Partito Socialista Italiano]]
[[Categoria:Massoni]]
[[Categoria:Persone giustiziate per tradimento]]
[[File:garfagnoli.png|thumb|250px|Arturo Pucci detto Garfagnoli]]
[[File:garfagnoli.png|thumb|250px|Arturo Pucci detto Garfagnoli]]



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Nacque il 4 febbraio 1875 a Trento nell'omonima provincia dell'Impero austro-ungarico (nell'allora Cisleitania, denominazione non ufficiale della parte occidentale austriaca), e fu deputato al Parlamento di Vienna, dove si batté per ottenere l'autonomia amministrativa del Trentino e la nascita di un'università italiana a Trieste, passando attraverso l'obiettivo intermedio della trasformazione dell'Università di Innsbruck da tedesca a bilingue.[1][2]

Fu, con Alcide De Gasperi, la personalità politica di maggior rilievo a Trento negli anni che antecedettero la prima guerra mondiale, ma su posizioni per molti aspetti fortemente divergenti.[3]

Direttore di giornali socialisti nella città natale, quando scoppiò il conflitto nel 1914 iniziò a sostenere, nelle conferenze in molte città italiane, la necessità dell'ingresso in guerra del Regno d'Italia contro gli Imperi centrali, schierandosi su posizioni simili a quelle di Gaetano Salvemini e Leonida Bissolati.

Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 si arruolò volontario nel Regio Esercito entrando nel Corpo degli Alpini. Venne catturato da truppe da montagna della Milizia imperiale austriaca, portato prigioniero a Trento, processato e giustiziato per alto tradimento nella fossa del castello del Buonconsiglio.

Con Guglielmo Oberdan, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Francesco Rismondo e Nazario Sauro è considerato tra le più importanti figure dell'irredentismo risorgimentale italiano ed eroe nazionale.

Biografia

Formazione e periodo universitario

File:Società degli studenti trentini Battisti, Lorenzoni, Sartori, Piscel, de Bertolini, Zucali (1895).jpg
Fondatori della Società degli studenti trentini nel 1895. Da sinistra, in piedi: Cesare Battisti, Giovanni Lorenzoni; seduti: Gino Sartori, Antonio Piscel, Adolfo de Bertolini; a terra: Iginio Zucal.
File:05 Liceo Giovanni Prati di Trento.jpg
Targa che ricorda gli ex studenti caduti posta nell'atrio del liceo classico Giovanni Prati a Trento che Battisti frequentò quando ancora era l'Imperial Regio Liceo superiore di Trento.
File:Cesare Battisti 1897.jpg
Cesare Battisti quando era studente all'Istituto di Studi Superiori di Firenze nel 1897.

Cesare Luigi Giuseppe Maria Battisti nacque a Trento[4] quando questa faceva parte dell'Impero austro-ungarico, ultimo di otto fratelli, in una famiglia borghese. Il padre Cesare era un commerciante del capoluogo e la madre, Maria Teresa de Fogolari-Toldo,[5] era nata a Rovereto.[2]

Nel 1890, poco dopo la morte del padre, si iscrisse all'Imperial Regio Ginnasio a Trento (poi liceo classico Giovanni Prati) e iniziò ad interessarsi della vita cittadina pubblicando clandestinamente un piccolo giornale scolastico scritto con i compagni di ginnasio, nell'anno 1891-92. Questo viene ritenuto un'importante documentazione sul periodo della sua formazione.[6]

Tre anni dopo, per assecondare la madre, si spostò a Graz per frequentare le lezioni della locale Università alla Facoltà di Giurisprudenza[2], dove si legò a un gruppo di studenti, tra cui il socialista roveretano Antonio Piscel, col quale conservò a lungo legami di amicizia.[7][8] Con questi fondò nel 1894 un'associazione di stampo socialista, la «Società degli studenti trentini», che si interessò anche della questione femminile.[9]

Nel periodo compreso tra 1893 e 1897 frequentò non solo l'ateneo di Graz ma anche quello di Vienna[10] e si iscrisse all'istituto di Studi Superiori di Firenze dove si laureò con una tesi dal titolo Il Trentino: saggio di geografia fisica e di antropogeografia, pubblicata nel 1898.[11] Quello fu il primo tra i molti lavori scientifici che avrebbe pubblicato.[12]

Poi proseguì gli studi umanistici a Torino, città in cui il fermento socialista stava muovendo i primi passi. Tra i protagonisti di questa stagione socialista torinese figurò anche Edmondo De Amicis, militante sin dal 1890.

Nel maggio del 1895 Battisti si trovava a Graz dove venne processato per contravvenzione alla legge sulle Associazioni. Chiusa definitivamente la parentesi austriaca, tornò a Firenze per frequentare il terzo anno all'Università.

Interessi politici e culturali

Nello stesso periodo conobbe Ernesta Bittanti, sua futura moglie, e lo storico e meridionalista Gaetano Salvemini. Nel 1895 fondò assieme ad Antonio Piscel la Rivista Popolare Trentina, sequestrata già mentre ne veniva stampato il primo numero. Nello stesso anno, con la collaborazione dell'amico e tipografo friulano Antonio Gerin, Battisti e Piscel pubblicarono il primo giornale socialista trentino, L'Avvenire del Lavoratore[13], che a causa di difficoltà finanziarie cessò di essere pubblicato l'anno successivo. La pubblicazione, secondo Gerin, doveva diventare un giornale politico ufficiale socialista, e non solo di propaganda socialista, perché in quel momento in Austria non c'era nessun giornale italiano democratico.[14]

Col già citato Piscel e con Augusto Avancini fu tra i fondatori del socialismo in Trentino nel quale tentò di far convivere nel progetto politico sia l'idealismo del socialismo sovranazionale sia il bisogno di difendere la posizione italiana all'interno dell'impero. Attorno al 1896 alcuni rappresentanti del partito vennero eletti nei consigli comunali di Rovereto e di Trento inoltre nacque grazie a Battisti, sempre in quel momento, la Camera del Lavoro di Trento.[15]

Grazie all'incontro con il geografo friulano Giovanni Marinelli, in quel periodo professore nell'ateneo fiorentino, si appassionò alla geografia. Conseguì la laurea a pieni voti nel 1897 con la tesi dal titolo Contributo alla geografia fisica e all'antropogeografia del Trentino che verrà pubblicata l'anno seguente dall'editore Zippel di Trento con il titolo Il Trentino. Saggio di geografia fisica e di antropogeografia.

Seguendo le orme dello zio materno, don Luigi Fogolari (condannato a morte dall'Austria per cospirazione e poi graziato), abbracciò presto gli ideali patriottici dell'irredentismo risorgimentale italiano.

Dopo gli studi universitari si occupò di studi geografici e naturalistici e nel 1898 divenne segretario del terzo Congresso geografico italiano tenutosi a Firenze. Nello stesso anno conobbe il geologo Giovanni Battista Trener e assieme a lui fondò la rivista scientifica Tridentum. Roberto Almagià, alcuni anni dopo, lo definì "geografo del Trentino" riconoscendogli in tal modo autorevolezza in quel campo specifico della ricerca.[16][17]

La rivista, che fu pubblicata per circa 15 anni, permette di approfondire il vasto campo di interessi di Battisti e le sue aperture a vari temi come ad esempio storia naturale, geografia, geologia, medicina e archeologia. Inoltre le collaborazioni alla rivista riguardarono personalità di primo piano della cultura anche liberale e cattolica, come Desiderio Reich, Lamberto Cesarini Sforza, Francesco Menestrina, Scipio Sighele, Bruno Emmert e vari altri.[18]

Pubblicò inoltre alcune apprezzate Guide di Trento e di altri centri della regione oltre al volume Il Trentino.

Impegno politico

Battisti abbandonò ben presto l'idea di intraprendere la professione di insegnante a causa delle difficoltà per il riconoscimento delle lauree italiane in Austria. Inoltre si stava diffondendo un sentimento di pangermanismo che rendeva difficile ottenere le cattedre italiane istituite presso l'Università di Innsbruck e Battisti decise così di rilevare una vecchia e piccola tipografia trentina, la Küpper-Fronza, che divenne nel 1901 la Società Tipografica Editrice Trentina (STET). Nel 1900 fondò il giornale socialista Il Popolo e quindi il settimanale illustrato Vita Trentina, entrambi stampati dalla sua nuova casa editrice assieme a molte altre opere geografiche e sociologiche. Alla redazione de Il Popolo Battisti volle con sé Lajos Domokos, giovane socialista triestino, già caporedattore de Il Lavoratore di Trieste.[19]

Desiderando impegnarsi politicamente per la causa trentina e farla conoscere e sostenere all'interno dello Stato, nel 1911 ottenne l'elezione a deputato del Reichsrat, il parlamento di Vienna, per il Collegio di Trento città («Tirolo 6»).[20] Nel 1914 entrò anche nella Dieta di Innsbruck, l'ultima tappa della sua attività in Austria. Nel 1899 sposò Ernesta Bittanti, dalla quale in seguito ebbe tre figli: Luigi (1901-1946), Livia (1907-1978) e Camillo (1910-1982).[21]

Negli anni che precedettero lo scoppio della prima guerra mondiale ebbe modo di farsi conoscere in tutto l'impero e divenne il leader del socialismo trentino.[22]

Trasferimento in Italia

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Cesare Battisti e la moglie Ernesta Bittanti.
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Epigrafe a ricordo del discorso di Cesare Battisti a Ferrara, nel 1914
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Epigrafe a ricordo del discorso di Cesare Battisti a Monza, nel 1914

L'8 agosto 1914 Battisti, affiancato da Guido Larcher e Giovanni Pedrotti, fece pervenire al re Vittorio Emanuele III di Savoia un appello nel quale si chiedeva che il Trentino venisse unito al Regno d'Italia. Suggeriva che si tentasse prima coi mezzi diplomatici e, nel caso non fossero stati sufficienti, si ricorresse alle armi.[23][24]

L'11 agosto 1914, appena due settimane dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, il deputato Battisti abbandonò il territorio austriaco e si trasferì in Italia[25] seguito, qualche giorno dopo, anche dalla moglie con i loro tre figli. Il fratello Giuliano, che era nato il 30 luglio 1868, rimase invece a Trento. Questi venne poi richiamato alle armi, inviato in una compagnia di disciplina e successivamente, essendosi ammalato, al domicilio coatto. Morì prematuramente il 3 dicembre 1921 a seguito dei patimenti subiti in quegli anni.[26]

Nel settembre 1914 Battisti, Larcher e Pedrotti costituirono a Milano la "Commissione dell'emigrazione trentina",[23] composta da un migliaio di affiliati.

Battisti diventò subito un propagandista attivo per l'intervento italiano contro l'Impero austro-ungarico, tenendo comizi nelle maggiori città italiane e pubblicando articoli interventisti su giornali e riviste. Tra le città in cui soggiornò vi è anche Treviglio dove risiedette in via Sangalli al numero 15. Non fece mai parte della massoneria ma le riconobbe un ruolo nell'evolvere della situazione.[27] Template:Citazione

Volontario in guerra

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In divisa da Alpino (in seconda fila il secondo da sinistra)

Il 26 aprile 1915 venne firmato il Patto di Londra e il 24 maggio l'Italia entrò in guerra contro l'Austria. Battisti si arruolò volontario e venne inquadrato nel Battaglione alpini "Edolo", 50ª Compagnia. Combatté al Montozzo sotto il comando di Gennaro Sora e Attilio Calvi. Per il suo sprezzo del pericolo in azioni arrischiate ricevette, nell'agosto del 1915, una medaglia di bronzo, trasformata successivamente in medaglia d'argento. Dopo essere stato promosso tenente, venne trasferito a un reparto sciatori al Passo del Tonale e successivamente al Battaglione Vicenza del 6º Reggimento alpini, operante sul Monte Baldo nel 1915 e sul Pasubio nel 1916.

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Targa apposta sulla casa natale a Trento, in piazza Duomo

Nel maggio 1916 si trovava a Malga Campobrun, in attesa dell'inizio della nota Strafexpedition (15 maggio - 15 giugno 1916), preparando la controffensiva italiana. Il 10 luglio il Battaglione Vicenza, formato dalle Compagnie 59ª, 60ª, 61ª e da una Compagnia di marcia comandata da Cesare Battisti, ricevette l'ordine di conquistare il monte Corno di Vallarsa (1765 m) sulla destra del Leno in Vallarsa, che era difeso dalle forze austro-ungariche. Il monte era un punto di osservazione importante nella zona del Pasubio e permetteva il controllo dell'intera valle sottostante.[28] Tra i militari coinvolti nell'azione vi fu anche il sottotenente Fabio Filzi. Lo stesso Battisti, scrivendo in quei giorni dal fronte, descrisse la situazione come tragica ma che il prezzo anche in vite umane necessario per raggiungere la vittoria doveva essere pagato.[29]

Cattura

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Stele dedicata a Battisti sul monte Corno a lui dedicato e dove fu catturato il 10 luglio 1916.[30]
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Il castello del Buonconsiglio in un'immagine scattata tra il 1914 e il 1918.

Negli scontri con i Landesschützen austriaci, molti alpini caddero o furono fatti prigionieri. Tra questi ultimi vi furono lo stesso tenente Battisti e il sottotenente Filzi che, dopo essere stati riconosciuti, furono tradotti e incarcerati a Trento.

Secondo alcune fonti[31][32] a riconoscere l'irredentista trentino fu Bruno Franceschini, originario della Val di Non e residente a Rovereto, tuttavia gli atti del processo ricostruirono una versione assai diversa. A prendersi il merito della cattura furono il tenente Vinzenz Braun[33] con i bersaglieri Alois Wohlmuth[34] e Franz Strazligg[35]. Bruno Franceschini comparve solo nella testimonianza di Johann Widegger[36] come chi materialmente riconobbe Fabio Filzi che aveva fornito generalità false.[37]

Negli atti Franceschini è indicato come Fähnrich (allievo ufficiale)[36] e non come Oberleutnant (tenente), qualifica che otterrà solo più avanti. Secondo un'altra versione il cadetto Franceschini, quando venne fatto prigioniero Battisti, era l'unico ufficiale in servizio che parlasse la lingua italiana, e il suo ruolo in tutta la vicenda si limitò al suo riconoscimento ufficiale e a denunciare l'irredentista sarebbero stati i suoi stessi soldati, e non Franceschini.[38]

Secondo una versione del generale Maximilian Ronge, capo dell'Evidenzbureau, la notizia della cattura fu accolta con entusiasmo da molta della popolazione trentina, che lo considerava un traditore. Quando i prigionieri giunsero a Trento la polizia e i militari presenti furono costretti a contenere la folla, per evitare che il Battisti e il Filzi venissero linciati.[39]

"Gli organi di stampa austriaci lo descrissero come «bancarottiere» (poiché era già soggetto a un mandato di cattura per fallimento colposo)[40], «truffatore», «vigliacco», «disertore», «traditore dei suoi e dai suoi tradito». Il processo, secondo alcune fonti, fu istruito senza garanzie per l'imputato e senza una difesa di fiducia, ed inoltre contrassegnato da grossolani errori procedurali".[41]

Tutta questa operazione aveva fini precisi per l'autorità asburgica perché Battisti era ancora deputato austriaco: "Una volta catturato, Battisti entrerà come attore in un apparato scenico in cui l'azione collettiva si sposa ad un'abile regia governativa", Battisti dovette subire moltissimi insulti e umiliazioni dai suoi carcerieri. In via Borgonovo la folla, composta in maggioranza da militari e funzionari austriaci, incominciò a fischiare, a schiamazzare e a ingiuriare i prigionieri: ingiurie come Hund (cane), Schuft (briccone), Canaille (canaglia)".[42] Gli insulti pronunciati in tedesco smentirebbero taluna storiografia anti-irredentista, la quale vorrebbe che anche alcuni cittadini trentini, quindi di ceppo italiano, avessero partecipato alle ingiurie. "Sovente volte i prigionieri vennero sputacchiati".[42] I testimoni riportano anche d'altri atti di violenza contro Battisti: gli furono gettati addosso polvere e zolfo con un mantice; fu percosso da una guardia cittadina; avendo chiesto da bere, gli fu offerta acqua sporca.[43]

Processo ed esecuzione

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Cesare Battisti su una carretta scoperta in via Garibaldi a Trento. È stato catturato da poco e viene condotto al castello per il processo.[44]
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Cesare Battisti nel momento della sua impiccagione per mano del boia Lang
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Mappa dell'esecuzione di Cesare Battisti e Fabio Filzi: 1) Scala che dal colonnato del Castello scende nel fossato 2) Attrezzo di ginnastica (altalena) con gancio nell'asse orizzontale 3) Palo di Filzi 4) Sbarre di ginnastica 5) Palo di Battisti, al cui piede era scavata una piccola fossa; i pali dei due condannati avevano un gancio alla sommità

La mattina seguente, il 12 luglio 1916, fu condotto insieme con Fabio Filzi davanti al tribunale militare, che aveva sede al Castello del Buonconsiglio, al tempo adibito a caserma delle truppe austro-ungariche.[45] Durante il processo non si abbassò mai alle scuse, né rinnegò il suo operato e ribadì invece la sua piena fede all'Italia. Respinse l'accusa di tradimento a lui rivolta, basata sul fatto d'essere suddito asburgico passato alle file nemiche e deputato del Reichsrat. Egli si considerò invece soltanto un soldato catturato in azione di guerra.

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Battisti dopo la sua morte messo in mostra dal boia Josef Lang tra militari e altre persone in posa per la foto.
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Fossa del castello del Buonconsiglio con i tre cippi che ricordano l'esecuzione di Damiano Chiesa, Fabio Filzi e Cesare Battisti.

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Alla pronuncia della sentenza di morte per giudizio statario mediante capestro per tradimento, Battisti prese la parola e chiese tramite l'avvocato d'ufficio, invano, di essere fucilato invece che impiccato, per rispetto alla divisa militare che indossava. Il giudice gli negò questa richiesta, si procedette invece a fargli togliere la divisa e a fargli indossare un abito civile consistente in un vestito grigio, a quadri, molto largo e un berretto da operaio.[46] dando esecuzione alla sentenza due ore dopo la sua lettura.[47]

L'esecuzione avvenne nella Fossa della Cervara, sul retro del castello alle 19:14. Battisti venne condotto al patibolo, dove venne letta ai presenti la sentenza non accompagnata dalle motivazioni. Le cronache riportano che la prima volta il cappio si spezzò, Battisti cadde, rimanendo addossato al palo e scuotendo la testa e che il carnefice ripeté l'esecuzione con una nuova corda. Pompeo Zumin, testimone diretto[48], scrisse che, qualche ora prima dell'impiccagione, aveva chiesto al boia (Josef Lang, venuto da Vienna e chiamato ancora prima che il processo incominciasse) come questa sarebbe avvenuta. Costui gliela spiegò mimandola con un assistente, passando una corda sottile attorno al collo di quest'ultimo: il corpo del condannato sarebbe stato sollevato di peso per poter fissare la corda al gancio posto in cima a un palo infisso per terra e poi lasciato cadere. Richiesto se quella corda fosse adatta per l'esecuzione, il Lang rispose che la corda buona la teneva nella valigia, donde effettivamente poi l'estrasse quando la prima si spezzò. Battisti non morì subito, il carnefice gli passò una mano sotto il mento, premendogli sulla bocca e sulle narici; accertata la sua morte ad un segnale i presenti tennero una pausa di preghiera a capo scoperto, quindi il cadavere di Battisti fu coperto da un lenzuolo bianco e nascosto alla vista tramite una staccionata mobile. Si procedette quindi all'impiccagione di Filzi, che morì immediatamente alle 19:37.

Cesare Battisti affrontò il processo, la condanna e l'esecuzione con animo sereno e con grande fierezza, nonostante la misera esposizione durante il tragitto in città, il fatto che fosse stato condotto alla forca vestito quasi di stracci e che non gli si permise di scrivere alla famiglia, ma solo di dettare a uno scrivano una lettera diretta al fratello Giuliano.

Le fasi dell'impiccagione di Battisti vennero documentate da una serie di immagini, scattate da diversi fotografi.[49]. Una di esse in particolare - ritraente il corpo di Battisti pendente dalla forca, circondato da persone in posa e sorridenti - venne in seguito definita "oscena" e così descritta dallo scrittore austriaco Karl Kraus (1874-1936) nella sua opera Gli ultimi giorni dell'umanità, pubblicata nel 1922: "Non solo abbiamo impiccato, ma ci siamo anche messi in posa, e abbiamo fotografato non solo le esecuzioni, bensì anche gli spettatori, e addirittura i fotografi [...] E il particolare effetto della nostra mostruosità è che quella propaganda nemica [...] non ha nemmeno avuto bisogno di fotografare i nostri misfatti perché, con sua grande sorpresa, ha trovato le nostre fotografie dei nostri fatti sul luogo stesso del delitto, dunque noi "al naturale" in tutta la nostra ingenuità", opponendo alla figura di Battisti - considerata positiva - quella negativa dell'imperatore Francesco Giuseppe[50].

Alla vedova Ernesta Bittanti fu liquidato l'importo di 10.000 lire dalla RAS, compagnia di assicurazione di Trieste, all'epoca austroungarica.[51] Cesare Battisti è ricordato nel canto popolare italiano La canzone del Piave, citato assieme a Nazario Sauro e Guglielmo Oberdan. In seguito all'esecuzione, Carlo Emanuele a Prato sorvolò Trento per gettare fiori sul luogo dell'impiccagione[52].

Le sue ultime parole

Template:Citazione Queste ultime parole sono confermate da numerose fonti: in primis le troviamo nelle motivazioni della Medaglia d'oro al valor militare che gli è stata assegnata, si possono leggere in un testo del 1916[53], compaiono nel sito dell'A.N.A.[54], sono riportate su testi di carattere generale o monografici[55][56] e vengono riprese anche da stampa in rete recente[57]. Anche la seconda edizione dell'Enciclopedia Italiana pubblicata nel 1930 riporta tale esclamazione.[58]

Ulteriori conferme si hanno da testimoni oculari dell'esecuzione: nel 1919 il dottor Pompeo Zumin, di cui fu pubblicato su L'Unità di Gaetano Salvemini[59], un ampio resoconto dell'esecuzione, il quale riferisce che ci sarebbe stato quasi un battibecco fra Battisti, che inneggiava all'Italia, e il pubblico, che in tedesco inneggiava all'Austria; nel 1987 Tullio Mosna in un'intervista realizzata dal quotidiano locale Alto Adige.[60]

Figura di intellettuale

Nel 1967 Claus Gatterer, in un'opera intitolata ironicamente Cesare Battisti: ritratto di un "alto traditore", riscopre le sue origini di intellettuale austro-socialista, dimenticate nelle opere scritte a suo ricordo durante l'immediato periodo postbellico. La figura intellettuale di Cesare Battisti è anche stata al centro del lavoro di Marco Albertazzi.

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Busto di Battisti, realizzato da Adolfo Wildt per il Monumento della Vittoria a Bolzano.
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Mausoleo di Cesare Battisti, a Trento
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Busto di Cesare Battisti conservato al Vittoriano di Roma
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Pio Gibellini, Busto di Cesare Battisti, gesso, 1917, Raccolte del Museo civico del Risorgimento a Modena.

Memoria politica e nella cultura di massa

Cesare Battisti è considerato un eroe nazionale italiano e a lui sono dedicati monumenti, scuole, piazze e vie in tutta Italia. A suo ricordo a Trento, in epoca fascista fu eretto un grande mausoleo sul Doss Trento, suo luogo di sepoltura, che sovrasta simbolicamente la città; la montagna su cui venne catturato fu chiamata Monte Corno Battisti. Porta il suo nome anche la quarta galleria della strada delle 52 gallerie sul Pasubio, gallerie scavate in occasione dei combattimenti della prima guerra mondiale.[61]

Nel 1926 Benito Mussolini decise di far erigere a Bolzano, al posto del “Monumento ai Kaiserjäger”, un monumento a Cesare Battisti: l'opera di Marcello Piacentini, inaugurata nel 1928, fu ribattezzata in Monumento alla Vittoria solamente dopo le fervide proteste di Ernesta Bittanti Battisti, moglie del martire, la quale non volle che la memoria di suo marito fosse strumentalizzata per l'intento imperialista del regime fascista nella nuova provincia annessa all'Italia nel 1919. Nella nicchia interna settentrionale del monumento fu comunque posto, per opera di Adolfo Wildt, un busto di Cesare Battisti, affiancato da citazioni tratte dalle Leggi delle XII tavole e da Tito Livio.[62]

Di seguito, il Mausoleo di Cesare Battisti fu invece eretto dal regime nel 1935 a Trento e posto in grande evidenza sul Doss Trento.

Nel 1978 la Rai realizzò una miniserie televisiva su Cesare Battisti dal titolo Alto tradimento - Un'indagine su Cesare Battisti con la regia di Walter Licastro e Franco Branciaroli nel ruolo di Battisti.

Il 12 luglio 2016, nel centenario della morte, è stato ricordato nella fossa del castello del Buonconsiglio dalle massime autorità della provincia.[63] Nel 2016 uscì il documentario Battisti 16.16: Trento e Cesare Battisti a cento anni dalla morte, scritto da Elena Tonezzer con la regia di Andrea Andreotti e pubblicato dalla Fondazione Museo Storico del Trentino.[64] Nello stesso anno, in occasione del centenario della morte, venne realizzato il documentario Cesare Battisti. L'ultima fotografia, con la regia di Graziano Conversano e prodotto da Rai CulturaRai Storia in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino.[65][66]

Nel 2018, durante lo svolgimento dell'adunata nazionale degli alpini, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, si è recato sul Doss Trento per rendergli omaggio.[67]

Cesare Battisti, quale figura ampiamente sfruttata dalla propaganda fascista e nazionalista italiana, in particolare nell'opera di italianizzazione del Trentino, è stato oggetto anche di studi storici assai meno celebrativi e più oggettivi, come per esempio quelli di Claus Gatterer.[68]

Opere

Onorificenze

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Note

  1. Template:Cita.
  2. 2,0 2,1 2,2 Template:Cita.
  3. Template:Cita.
  4. Dal registro delle nascite della parrocchia di Trento - S. Maria Maggiore, accessibile sul portale online Nati in Trentino.
  5. Template:Cita web
  6. Template:Cita.
  7. Template:Cita web
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  44. Template:Cita.
  45. Template:Cita web
  46. P. 77 in Template:Cita pubblicazione
  47. Template:Cita.
  48. Resoconto del dott. Pompeo Zumin sulle ultime ore di Cesare Battisti, pubblicato sul settimanale L'Unità di Firenze il 17 luglio 1919, riportato nel libro di Template:Cita.
  49. Template:Cita web
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  67. Template:Cita web
  68. Template:Cita.

Bibliografia

Voci correlate

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Arturo Pucci detto Garfagnoli

Arturo Pucci nasce a Capraia e Limite il 26 ottobre 1917 da Marino Pucci, carpentiere al Cantiere Picchiotti, e da Gisa Benelli. Arturo era ed è conosciuto con il soprannome di Garfagnoli. Mio padre raccontava che questo soprannome gli era stato dato dal dott. Giuseppe Picchiotti, all’età di 7 anni, il quale gli disse:- Se ti fai chiamare Garfagnoli, ti do cinque lire-. Lui accettò e prese i soldi. Questo soprannome è diventato parte integrante della sua persona, come per molti limitesi. Per lavoro veniva mandato a riparare barche in molte altre marine e tutti lo conoscevano come Garfagnoli. Da queste persone ha ricevuto anche lettere e cartoline di saluti indirizzate a “Arturo Garfagnoli”, anche dall’estero, che puntualmente gli sono state recapitate a casa. [testo redatto dalla figlia Daniela Pucci] Il tavolo da lavoro del Garfagnoli è oggi conservato al Museo Remiero - Centro di documentazione "Mario Pucci" della Cantieristica Navale e del Canottaggio, donato dalla famiglia nel 2019.